• 1

    Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Meridionale

  • 2

    Fiume Volturno (CE)

  • 3

    Lago Barrea (AQ)

  • 4

    Fiume Fibreno (FR)

  • Fiume Ufita (AV)

  • Fiume Garigliano

  • Piana del Fucino (AQ)

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Piano Gestione Alluvioni

Piano Gestione Acque

PAI - Modifiche e Varianti

Al via i FOCUS per il continuo coinvolgimento degli stakeholder

Caserta, 18 marzo 2021 - Prosegue l’attività di coinvolgimento degli stakeholder e di consultazione relativa ai Progetti di Piani di gestione delle acque e del Rischio Alluvioni (PGA III ciclo e al PGRA II ciclo) organizzata dal Distretto dell’Appennino Meridionale (DAM). Lo scorso 18 marzo si è svolto il primo appuntamento tematico e di approfondimento dedicato ai FOCUS.

Quattro i primi argomenti scelti per approfondire tematiche di grande attualità e sulle quali è richiesto l’impegno di tutti gli attori interessati per arrivare a una pianificazione efficace:

  • l’Osservatorio permanente sugli utilizzi Idrici
  • il monitoraggio e lo stato quali-quantitativo delle acque sotterranee
  • l’assetto normativo e la compatibilità̀ idrogeologica
  • i contratti di fiume e di lago: strumenti operativi dei Piani di Gestione Distrettuali

I Focus erano stati annunciati nel corso del primo FORUM dello scorso 29 gennaio attivato dal DAM con il prezioso obiettivo di giungere a piani di gestione del territorio quanto più efficaci e integrati e sistemici. In quella occasione furono annunciati gli ulteriori step di consultazione per l’acquisizione delle osservazioni da parte dei diversi attori coinvolti, l’analisi e la valutazione delle stesse e proprio nell’intervallo fra gli step di consultazione sono costruiti i FOCUS su temi di interesse del Piano di Gestione delle acque e del rischio alluvioni.

L’Osservatorio Permanente sugli utilizzi Idrici è stato presentato dall’ingegnere Pasquale Coccaro. Costituisce una struttura permanente di monitoraggio finalizzata alla gestione delle risorse idriche, i cui obiettivi sono: rafforzare la cooperazione e il dialogo tra i soggetti preposti al governo e alla gestione della risorsa idrica; promuovere l'uso sostenibile della risorsa; mettere in atto azioni necessarie per fronteggiare crisi idriche da parte delle autorità̀ competenti e supportare le azioni da intraprendere in caso di dichiarazione dello stato di emergenza dovuta a fenomeni siccitosi. L'Autorità̀ ha affiancato all'Osservatorio dei Tavoli Tecnici, quali strumenti operativi a supporto dell'attività̀ dell'Osservatorio stesso, in seno ai quali, sulla base degli indirizzi e delle valutazioni dell'Osservatorio per la severità̀ idrica, i programmi per la ripartizione delle risorse idriche disponibili sono discussi e condivisi con i diversi soggetti interessati (Regioni, Gestori, ecc.). Il tema del monitoraggio e dello stato quali - quantitativo delle acque sotterranee è stato affrontato dalla dott.ssa Antonietta Ruocchio. I corpi idrici sotterranei ricadenti nel DAM occupano il 68% della superficie totale. Su sei tipologie di sistemi acquiferi affioranti nel territorio distrettuale, ben il 34% dei corpi idrici ricade all’interno dei sistemi acquiferi carbonatici che comprendono i grossi serbatoi di acque sotterranee di importanza regionale ed interregionale. In generale il numero dei corpi idrici ha visto una riduzione, rispetto allo scorso ciclo di Piano, scaturita da attività̀ di caratterizzazione che ogni sei anni possono essere aggiornate in funzione dei dati a disposizione, così come previsto dalla normativa vigente. I programmi di monitoraggio delle acque sotterranee che portano alla definizione dello stato chimico e quantitativo dei corpi idrici sotterranei, devono comprendere una rete di monitoraggio quantitativo ed una rete di monitoraggio chimico articolata in sorveglianza e operativo. Per quanto attiene lo stato dei corpi idrici, il Progetto di Piano riporta dati ad oggi resi disponibili dai soggetti competenti (Regioni, ARPA); la classificazione è ancora in fase di completamento da parte degli stessi Enti e verrà̀ integrata nell’arco dell’anno in corso. Relativamente allo stato chimico ad oggi il 56% dei corpi idrici risulta avere uno stato chimico buono mentre il 22% risulta avere uno stato non buono. In merito allo stato quantitativo va segnalato il permanere di una criticità connessa essenzialmente alla mancata o solo parziale attuazione dei programmi di monitoraggio. L’Autorità̀ Distrettuale, nell’ambito del monitoraggio e valutazione dello stato quali-quantitativo della risorsa idrica ha funzioni di coordinamento tra le Regioni e, nel mettere a sistema quanto le stesse realizzano, valuta, integra e predispone misure adeguate nella configurazione distrettuale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Un altro tema oggetto di approfondimento del Focus, affrontato dall’ingegnere Giacinto Straniero, è stato l’assetto normativo e la compatibilità̀ idrogeologica. Nel corso dell’intervento è stato rappresentato come il processo di formazione della normativa di Piano in funzione delle condizioni di rischio accertate sul territorio, è stato un argomento base nella fase di predisposizione dei Piani Stralcio. La necessità di estensione e omogeneizzazione a livello Distrettuale dei PAI vigenti, ripropone con grande attualità̀ il problema di stesura di una norma unica che superi le differenze e le discontinuità̀ esistenti tra i vari PAI. Propedeutica a questa azione è l’analisi della classificazione del rischio idraulico nei PAI vigenti, nel tentativo di uniformare preventivamente i criteri, semplificando quindi anche la struttura normativa. I principali argomenti hanno riguardato gli aspetti che possono assumere interesse nella pratica comune, anche in relazione agli ordinari adempimenti richiesti dai PAI:

  • il valore della normativa di PAI ed il suo grado di approfondimento;
  • il rapporto con gli altri Piani, in particolare con i PUC e gli obblighi derivanti;
  • il concetto diffuso della norma PAI come norma estranea;
  • i criteri di struttura della norma (problemi formali e sostanziali).

Sono inoltre stati approfonditi i temi della compatibilità̀ idrogeologica degli interventi e l’applicazione delle prescrizioni di piano ai procedimenti di condono.  Il Focus è stato chiuso dalle relazioni dedicate al tema dei Contratti di fiume e di lago. L’approfondimento è stato curato dagli architetti Maria Pagliaro e Silvana Sodano e dalla geologa Giulia Cecaro.

I Contratti di Fiume, strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata, concorrono alla definizione e attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, e offrono la possibilità̀ di mettere a sistema le principali direttive e linee guida comunitarie, in coerenza con le finalità̀, gli obiettivi e le esigenze della pianificazione in ambito di distretto idrografico – a scala di area vasta – ed a scala territoriale locale e si configurano come strumenti di attuazione delle misure definite nell’ambito della pianificazione di distretto idrografico, in grado di favorire l’implementazione e l’ attuazione di azioni specifiche integrate per la salvaguardia e la difesa delle risorse acqua, suolo e ambiente. In tale contesto programmatorio e di pianificazione trovano piena applicazione le misure Win Win, azioni aggregate e sinergiche del PGRA e del PGA, che correlano gli obiettivi di mitigazione del rischio di alluvioni con gli obiettivi di salvaguardia e miglioramento della funzionalità̀ ecologica dei corpi idrici.

Ad oggi vari sono i processi di contratto di fiume, lago, falda ecc.. attivati, ma con diverso stato di attuazione, nel territorio del DAM, per i quali l'Autorità di Bacino Distrettuale svolge un ruolo di accompagnamento e supporto, come nel caso dei due esempi concreti rappresentati, quali il CdF del Canale Reale (BR) e il CdF del Basso e Medio corso del Fiume Ofanto, in cui sono stati inseriti e realizzati interventi Win Win, come la rinaturalizzazione delle aree di foce e lo studio geomorfologico per la perimetrazione dell'alveo attivo del Fiume Ofanto.

A tutti i partecipanti sono stati inoltre elencati i temi ipotizzati come oggetto di nuovi FOCUS e sui quali è possibile integrare le proposte scrivendo al Distretto dell’Appennino Merdionale.

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