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    Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Meridionale

  • 2

    Fiume Volturno (CE)

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Piano Gestione Acque

PAI - Modifiche e Varianti

 

21 marzo 2024

“Sistema di Protezione e Sorveglianza del bacino di alimentazione delle sorgenti di Cassano Irpino”,

 Il 15 dicembre 2023 è stato presentato a Napoli il progetto innovativo denominato Sicurezza Idrica - Sicurezza Sociale – “Sistema di Protezione e Sorveglianza del bacino di alimentazione delle sorgenti di Cassano Irpino”, in provincia di Avellino.

La difesa delle sorgenti d'acqua dolce da minacce antropiche e naturali attraverso un sistema di conoscenze nuove e multidisciplinari, la progettazione ed esecuzione di una rete di monitoraggio integrato per la valutazione dello stato della risorsa acqua e suolo è l’azione che l'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale ha realizzato, attraverso una best practice innovativa, per il bacino di alimentazione delle sorgenti di Cassano Irpino nell'ambito del PON "Legalità" 2014-2020, per la Sicurezza Idrica - Sicurezza Sociale, finanziata dal Ministero dell'Interno con il contributo dell’Unione Europea – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR).

I risultati del progetto sono stati presentati nel corso di un evento che si è svolto presso l'Hotel San Francesco al Monte di Napoli.

Alla presentazione dei risultati del progetto sono intervenuti, tra gli altri, l'onorevole Vannia Gava, Vice Ministro MASE, il Generale di Corpo d'Armata del CUFA, Andrea Rispoli, il Generale di Divisione, Fernando Nazzaro, del Comando Carabinieri Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica, il Direttore del Ministero dell'Interno, Valentina D'Urso , il coordinatore scientifico professore ing. Leonardo Cascini, l’ing. Giovanni Pisciotta, funzionario dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale.

"Questo rappresenta un progetto pilota, un know-how da estendere ad altri contesti ambientali, sia per i contenuti del progetto tecnico-scientifici sia per la sinergia con le altre istituzioni e l'Arma dei Carabinieri - ha sottolineato il Segretario Generale Dott.ssa Vera Corbelli - Oggi per noi è una giornata molto importante perché oltre a rappresentare quello che il progetto contiene sulla sostenibilità della risorsa idrica, far comprendere quanto è importante la fusione tra le istituzioni per fare emergere quello che non è visibile: l'acqua".

Il Generale di Corpo d'Armata Andrea Rispoli, del Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare: "Il protocollo è importante non come documento, è importante perché crea sinergia tra le istituzioni, in questo caso l'arma dei carabinieri, l'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale e tutte quelle collegate alla sicurezza del territorio. È un progetto molto ampio e quindi questa strategia è importante. L'Arma si caratterizza per due aspetti: la territorialità e quindi la presenza sul territorio e la specialità; quindi, mettendoli insieme al protocollo di intesa possiamo creare quella sinergia per dare sicurezza e impedire che in progetti così importanti possano inserirsi attività illecite, lucrose come quelle della criminalità organizzata. Quindi a garanzia del servizio e della tutela del cittadino".

 

Il Progetto

Il patrimonio idrico superficiale e sotterraneo, in termini di quantità e qualità della risorsa, rappresenta uno dei tratti peculiari del sistema idrico del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale ed è stato oggetto di una rilevante azione di pianificazione e programmazione della risorsa idrica posta in essere dall’ Autorità di Bacino Distrettuale - attraverso la redazione del Piano di Gestione delle Acque (PGA) e i relativi cicli di aggiornamento - in attuazione delle Direttive 2000/60/CE, 2006/118/CE e della normativa nazionale di recepimento che prevede, tra l’altro, un programma di “misure strutturali e non strutturali”, al fine di assicurare il buon stato quali-quantitativo delle acque, gli usi legittimi e garantire la tutela dell’ecosistema ed una sostenibile gestione.

In tale scenario di “governance” della risorsa idrica a livello distrettuale ed in considerazione delle peculiarità dei corpi idrici superficiali e sotterranei (Fig. 1) ed in relazione ai trasferimenti idrici interregionali (Fig.2), l’Autorità di Bacino Distrettuale ha predisposto e/o realizzato progetti specifici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fig. 1: Corpi Idrici Sotterranei – Piano di Gestione delle Acque III Ciclo 2021-2027.

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fig. 2: Principali Trasferimenti sovraregionali di risorsa idrica a scala di Distretto Idrografico.

 

Tra questi si configura il Progetto Sicurezza idrica / Sicurezza sociale - “Sistema di protezione e sorveglianza del bacino di alimentazione del Gruppo Sorgivo di Cassano Irpino” - con riferimento alla idrostruttura sorgiva, il vettore di trasporto e distribuzione della risorsa idrica - quale misura non strutturale finalizzata alla tutela e salvaguardia di risorse idriche pregiate e al miglioramento delle condizioni di sicurezza di aree particolarmente vulnerabili e strategiche per lo sviluppo delle attività produttive, fondamentale nel contrasto ai fenomeni di illegalità ambientale e nel preservare e valorizzare il patrimonio economico e culturale.

La proposta progettuale ha visto in primis la stipula di un Protocollo d’Intesa con l’Arma dei Carabinieri – Comando per la Tutela Ambientale in data 17/04/2019, rinnovato in data 22/05/2023. Successivamente il progetto d’intesa con i Carabinieri è stato presentato al Ministero dell’Interno con il quale è stato stipulato il Protocollo d’Intesa in data 2/05/2019, al fine di intraprendere azioni sinergiche mirate alla tutela della collettività, alla salvaguardia del territorio e alla sicurezza ambientale contemplate nei principi della sostenibilità e resilienza.

L’areale di riferimento del progetto, ovvero l’area pilota, ricade nel settore centrale ed orientale del territorio di competenza del Distretto Idrografico e si sviluppa nelle regioni della Campania, della Basilicata e della Puglia (Fig. 3).

Ai fini del progetto, all’interno di detto areale si individuano tre differenti ambiti così definiti:

  1. Ambito di riferimento Cassano Irpino che include le Sorgenti di Cassano irpino e l’area di alimentazione delle stesse ovvero una delle più importanti idrostrutture del Mezzogiorno;
  2. Ambito di riferimento del Vettore di trasporto della risorsa idrica di lunghezza pari a circa 250 km;
  3. Ambito di riferimento delle aree servite ovvero ampie porzioni dei territori di Campania, Basilicata e Puglia.

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Figura 3: a) L’area pilota alla scala 1:500.000; b) Ambito di riferimento del Gruppo Sorgivo di Cassano Irpino.

 

Il progetto si basa su un approccio tecnico-scientifico che ha consentito di sperimentare un percorso tecnico-gestionale originale, esportabile in altri contesti geo-ambientali, a livello nazionale ed internazionale, costruito su una “rete istituzionale, scientifica e tecnica” sinergica, che ha saputo coniugare la tecnologia con le finalità della sicurezza idrica, sicurezza sociale e sviluppo sostenibile del territorio.

In tale prospettiva, al fine di perseguire l’obiettivo generale di veicolare la sicurezza della risorsa idrica allo sviluppo dei territori, lo scopo del progetto è stato – ed è – quello di mettere in campo una strategia di gestione integrata e sistemica che consenta:

  • di colmare il gap che tuttora esiste tra le avanzate conoscenze scientifiche in materia di previsione e modellazione degli eventi naturali e di compromissione della risorsa idrica e le strategie di valutazione e gestione delle criticità, al quale è esposto il sistema fisico-ambientale e socio-economico;
  • di sperimentare, nel campo della risorsa idrica, criteri e metodi multi-scalari di analisi, stima e gestione del rischio (anche connesso a fenomeni illegali) con ripercussioni positive, sull’economia e sulla società.

 

Il modello di analisi, stima e gestione del rischio adottato si basa su un approccio top-down considerando la potenzialità della pericolosità e del rischio sia per la risorsa idrica sia per i soggetti che, direttamente e/o indirettamente usufruiscono della stessa; un modello capace di coniugare: i) l’analisi dettagliata del grado di vulnerabilità degli acquiferi con l’analisi ed il monitoraggio dei fattori naturali e pressioni antropiche, i quali possono pregiudicare la qualità e l’utilizzo della risorsa idrica, ii) l’identificazione di misure ed interventi strutturali e non strutturali, iii) stato quali-quantitativo della risorsa.

 

Ai fini della gestione del progetto, la complessità dell’intero flusso progettuale può essere sintetizzata in 5 sottosistemi fortemente interconnessi al modello di analisi, stima e gestione del rischio:

  1. sottosistema di monitoraggio che raccoglierà dati derivanti da indagini in situ, sensoristica e telerilevamento;
  2. sottosistema di protezione che fonderà, attraverso l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza, informazioni eterogenee per individuare, comprendere e possibilmente anticipare le minacce, supportando gli operatori di sicurezza nella reazione nella reazione e nella mitigazione degli effetti;
  3. sottosistema di supporto “spaziale” alle decisioni che si avvarrà di un Sistema Informativo Geografico (GIS) come strumento fondamentale per l’organizzazione e la visualizzazione delle informazioni geospaziali;
  4. sottosistema di comunicazione che prevede anche con l’elaborazione di una App Mobile che consentirà anche la segnalazione di possibili illeciti da parte degli utenti;
  5. sottosistema di gestione dei processi tecnico-amministrativi connessi alla quantità e qualità della risorsa idrica.

 

Ulteriore elemento di forza del progetto, inquadrato in uno scenario più vasto ed organico, è stato quello di progettare e realizzare una rete di monitoraggio della qualità e disponibilità delle acque e di sorveglianza del sistema territoriale innovativa rispetto a quelli attualmente esistenti mediante integrazione di differenti tecnologie e strumentazioni, analisi ed implementazione di opportuni modelli e conseguente piattaforma di supporto alle decisioni.

 

Le macro-attività svolte per il conseguimento degli obiettivi hanno riguardato:

  • analisi e valutazione del sistema fisico-ambientale;
  • analisi e valutazione del sistema territoriale, produttivo e sociale;
  • criteri e metodi per la valutazione dei pericoli naturali e antropici, dell’esposizione e della vulnerabilità dell’opera di presa e del vettore di trasporto della risorsa idrica;
  • analisi e modellazione dei pericoli naturali ed antropici, della vulnerabilità e dell’esposizione ai fini della valutazione delle conseguenze al verificarsi di eventi critici;
  • digitalizzazione dei processi operativi inerenti alla valutazione e gestione del rischio associato alla risorsa idrica e al vettore di trasporto;
  • realizzazione di una banca dati informatizzata del patrimonio idrico, progettata secondo unità logiche funzionali alle attività di analisi e l’implementazione di modelli, che consenta di gestire aspetti di carattere sia tecnico che amministrativo;
  • predisposizione di raccomandazioni mirate alla tutela e salvaguardia degli acquiferi e allo sviluppo del territorio;
  • scenari per la progettazione degli interventi strutturali e non strutturali;
  • disseminazione dei risultati e delle conoscenze.

 

In base all’approccio tecnico-scientifico adottato e nell’ambito delle su citate macro-azioni sono stati elaborati prodotti cartografici relativi al sistema fisico-ambientale, ai pericoli naturali e antropici, ai beni esposti (risorsa idrica e opera idraulica) e al rischio ad essi associato.

I suddetti elaborati, secondo un approccio multiscalare, sono stati redatti a diverse scale di analisi ed in particolare:

  • 15 alla scala 1:500.000;
  • 108 alla scala 1:100.000;
  • 170 alla scala 1:25.000;
  • Analisi di propagazione nel sottosuolo delle pressioni antropiche con modelli numerici sviluppate su circa 60 sezioni lungo il vettore di trasporto, a scala di dettaglio.

 

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